martedì 23 febbraio 2016

Dursun come Gascoigne: ruba il rosso all'arbitro e lo espelle

È successo in Galatasaray-Trabzonspor: il direttore di gara, per tutta risposta, ha cacciato il centrocampista


L'infuocato match tra Galatasaray e Trabzonspor ha regalato una valanga di espulsioni, polemiche e tensioni. Con la squadra di Trebisonda già in nove (due rossi per doppi gialli) e con il punteggio di 1-1, al 90' Luis Pedro Cavanda, l'ex difensore della Lazio, ha commesso un fallo da rigore che ha poi regalato al Galatasaray il successo (finale 2-1). Appena dopo l'assegnazione del rigore il difensore si è scagliato addosso all'arbitro, che l'ha prontamente espulso. A quel punto il colpo di genio di Salih Dursun: il centrocampista classe '91 del Trabzonspor, approfittando del capannelo di giocatori attorno al direttore di gara, è riuscito ad impossessarsi del cartellino rosso. Dopodiché lo ha mostrato all'arbitro: un plateale gesto, in protesta con la direzione di gara, che ha ricordato quanto fece - scherzosamente - Gazza Gascoigne, il quale fu però soltanto ammonito. Dursun, invece, è stato immediatamente espulso: l'arbitro si è reimpossessato del cartellino rosso e ha cacciato il centrocampista, lasciando il Trabzonspor in 7.

Boca Juniors, bufera Tevez: frattura della mascella a Unsain

L'argentino non rallenta la corsa e frana addosso al portiere del Newell's: altra entrata killer dopo quella su Ham


Carlos Tevez di nuovo nella bufera. Dopo aver provocato la rottura di tibia e perone ad Ham (Argentinos Juniors), dopo il calcio nello stomaco a Gomez (Lanus), anche Ezequiel Unsain, portiere dei Newell's Old Boys, ha avuto la peggio in uno scontro con l'ex Juventus. Unsain, 20 anni, ha riportato la frattura della mascella e sarà operato nei prossimi giorni ma in Argentina impazza la polemica: Tevez è troppo duro?

Roma, il futuro di Totti entro due settimane: decide Pallotta

Il presidente sta con Spalletti ma se nell'incontro di marzo col capitano tornerà il feeling, il tecnico potrebbe anche lasciare

Roma, il futuro di Totti entro due settimane: decide Pallotta

Da una parte Totti, dall'altra Spalletti. In mezzo, c'è Pallotta che è a fianco del tecnico e negli Usa si confronta con i suoi collaboratori in vista del ritorno in Italia, a inizio marzo. Proprio in quei giorni incontrerà il capitano giallorosso, gli proporrà un futuro da dirigente ma, se Totti lo convincesse per un altro anno alla Roma da giocatore, potrebbe scatenare le dimissioni, a fine stagione, di Spalletti.

Una situazione più che delicata, uno snodo cruciale per la Roma del futuro. Se Totti si sente messo da parte, poco rispettato, Spalletti (lo ha ribadito anche nel post-Palermo) sente che voltare pagina sia più giusto: "Sono stato chiamato per aggiustare le cose, devo dare segnali". La società, come riferisce il Corriere dello Sport, preferirebbe che il capitano accettasse il contratto quinquennale da dirigente - già impostato, manca solo la data di partenza - ma Totti spinge per il rinnovo da calciatore, a cifre più basse però partendo alla pari con tutti. 
Da qualsiasi prospettiva la si guardi, è una situazione ai limiti dell'impossibile. Con Totti in rosa anche nel 2017, secondo laGazzetta Spalletti potrebbe anche scegliere di lasciare la Capitale a fine stagione. Con Totti dirigente, non è che la situazione sarebbe migliore. Non a caso, Pallotta ha già iniziato a ricevere abboccamenti da Mls e Cina: "E' vero che che Totti vuole andarsene dalla Roma? Qui abbiamo spazio...". E allora tutto è nelle mani del presidente, che potrebbe contattare il numero 10 già in queste ore ma non prenderebbe una decisione prima del ritorno in Italia, vuole parlargli faccia a faccia. E intanto i tifosi, schierati con il loro Re, attendono anche perché sarebbe un peccato mortale vanificare la rincorsa al terzo posto proprio sul più bello per problemi di spogliatoio.

TOTTI IN CAMPO CON IL GRUPPO

La Roma ha ripreso gli allenamenti a Trigoria in vista del match contro l'Empoli. Prima lavoro in palestra poi in campo i giocatori che non hanno partecipato alla vittoria contro il Palermo, compreso Francesco Totti regolarmente in gruppo, mentre per gli altri lavoro defaticante. Per il capitano giallorosso primo contatto con Spalletti dopo che l'Olimpico si è schierato a favore del giocatore.

NIENTE COLLOQUIO CON SPALLETTI

La quiete dopo la tempesta del weekend è arrivata anche a Trigoria, ma è una pace apparente. Al contrario di quanto ipotizzato, non c'è stato alcun colloquio tra Francesco Totti e Luciano Spalletti, con le rispettive prese di posizioni che sono destinate a rimanere tali senza ulteriori faccia a faccia. Il capitano della Roma dopo l'allenamento col gruppo è tornato a casa evitando di tornare sull'argomento. Tutto è quindi rimandato all'intervento del presidente Pallotta.





Napoli, tra nervosismo e il digiuno di Higuain

Momento delicato per gli azzurri, ma Sarri può contare sulle risposte dei panchinari di lusso

Napoli, tra nervosismo e il digiuno di Higuain

Il "culo", certo. Quello è mancato, al Napoli, nel pareggio contro il Milan. Ma i dieci giorni terribili per gli azzurri vengono perfettamente fotografati non solo dal palo colpito da Mertens, un tiro a botta sicura che avrebbe garantito il contro-sorpasso sulla Juve, ma anche dall'espulsione di Sarri, sintomo di un nervosismo forse dato dalle vertigini del primo posto o, più probabilmente, da una stanchezza, fisica più che mentale, che il Napoli deve scrollarsi di dosso se vuole continuare a correre.

Sarebbe fin troppo banale ridurre il tutto a un 'Higuain non segna più quindi il Napoli fa fatica'. È vero, il Pipita ha segnato solo un gol nelle ultime quattro partite, contro il Carpi e per giunta su rigore: poi è iniziato il digiuno contro Juve, Villarreal e Milan. Higuain stanco, Higuain poco servito, Higuain che si spazientisce: ecco, forse la cosa più preoccupante sono propri i mancati rifornimenti e il nervosismo latente che ha contagiato Sarri, l'attaccante e tutto l'ambiente. Un calo, fisiologico, lo si poteva attendere: il Napoli è parso meno brillante e con meno idee, e certamente questa piccola flessione arriva nel momento più delicato della stagione.

Hamsik, contro il Milan, è stato irriconoscibile, Allan ha faticato. La difesa, invece, non ha mostrato crepe: solo Reina non è stato impeccabile. I problemi sono, piuttosto, quelli legati alla manovra offensiva. Per un Jorginho sempre in palla, ecco che chi deve supportare Higuain ha iniziato a rendere al di sotto delle aspettative. Ma Sarri ha le armi per rilanciare il Napoli: sono le frecce che ha provato a scagliare contro il Milan dalla panchina. I cambi (Mertens, Gabbiadini, ma anche El Kaddouri) hanno dato vivacità all'attacco azzurro: eccola, la chiave. Se il Napoli è stanco, se il Napoli è nervoso, forse può trovare energie nuove, sia mentali che fisiche, dai cosiddetti panchinari di lusso. Giovedì c'è già il Villarreal, c'è un ottavo di finale da raggiungere: Higuain non riposerà, perché Sarri ha sempre bisogno dei suoi gol e il modo migliore per ricaricare un centravanti è quello di mandarlo all'assalto in un match in cui non ci si può tirare indietro. 

Poi il Napoli si ributterà sul campionato, ripartendo dalla complicatissima trasferta di Firenze: lì si capirà davvero se il momento di difficoltà azzurro sarà passato o se si configurerà una piccola ma importante crisi. Il calendario, dopo la sfida del Franchi, sorride a Sarri, con cinque turni abbordabili. La sfida con la Juve è solo all'inizio.

Juve-Bayern, Allegri: Lo 0-0 in casa sarebbe ottimo

"Siamo pronti per una grande partita". Buffon: "Servirà calma, ma anche un pizzico di follia"

Juve-Bayern, Allegri: "Lo 0-0 in casa sarebbe ottimo"

Torna la Champions League e la Juventus nell'andata degli ottavi di finale ospiterà il Bayern Monaco. "Siamo pronti e faremo una grande partita - ha commentato il tecnico, Massimiliano Allegri-. Non c'è da inventare nulla, saremo all'altezza dell'avversario. Lo 0-0 in casa sarebbe un ottimo risultato". Sugli infortunati: "Alex Sandro e Chiellini non ci saranno". La ricetta di Buffon: "Contro il Bayern servirà calma, ma anche un po' di follia".

LE PAROLE DI ALLEGRI

Il turno europeo non ha sorriso alle italiane, come lo vedi?
Solo la Roma è in difficoltà perché ha perso in casa. Tutte le altre sono in corsa per passare il turno. Gli arbitri italiani sono tra i migliori al mondo

Quante probabilità avete di passare il turno?
Bisogna essere bravi soprattutto nella prima partita. Loro sono i favoriti per la Champions e per noi è un test importante. Siamo pronti e abbiamo tanti giovani che sono cresciuti molto alla Juventus.

Firmeresti per uno 0-0?
Se dicessi di sì mi prenderei degli insulti. Lo 0-0 in casa all'andata è un risultato ottimo perché poi in trasferta hai due risultati su tre. Difficilmente però finirà 0-0

Ha preparato qualcosa di diverso per questa sfida?
La formazione non posso dirvela, non c'è da inventare molto. Solo giocare una partita importante ed essere all'altezza dal punto di vista tecnico e tattico

- Ha pensato a come affrontava Guardiola ai tempi del Milan?
I concetti di calcio che aveva a Barcellona sono gli stessi, ma con giocatori differenti. Faremo una grande partita con una super fase difensiva e dovremo essere bravi a uscire dalla loro pressione

A che livello fisico sono Khedira e Mandzukic? Il Bayern non ha i centrali, si aspetta qualcosa di diverso?
I due ragazzi sono in buona condizione e saranno della partita. Non so cosa ha preparato Guardiola, ma cambierà poco perché hanno un modo di giocare, con la gestione della palla, che non cambierà. Dovremo essere bravi a tenere noi la palla. E' un ottavo di Champions, un obiettivo raggiunto con merito. Grandi possibilità di andare avanti, dobbiamo fare una grande partita ed essere molto più bravi che a Monaco

"Giocheremo contro il Bayern che è una delle favorite per vincere la Champions, ma allo stesso tempo abbiamo possibilità di passare il turno - ha dichiarato a Premium Sport il tecnico della Juventus -. Il nostro obiettivo era di passare il girone e lo abbiamo raggiunto, poi agli ottavi può accadere di tutto". Sugli infortunati: "Khedira e Mandzukic sono recuperati, Alex Sandro e Chiellini no".

E QUELLE DI BUFFON
Rispetto alla finale contro il Barcellona quanto siete cambiati sotto l'aspetto mentale?
Siamo cambiati negli uomini e in esperienza, forse ne avevamo di più a giugno. Ora abbiamo più energia e freschezza e il mister ha dato sicurezze e certezze che avevamo bisogno dopo un inizio stentato. Questa squadra ha un grande potenziale per un futuro importante

Il fatto che Guardiola abbia già dato l'addio influenzerà il doppio confronto?
Fossimo in Italia e il Bayern una squadra italiana ti direi che influenzerebbe in maniera negativa. Considerando che la stessa cosa il Bayern la fece tre anni fa e ci spazzò via, preferisco pensare ad altro. Noi possiamo fare una partita da Juventus con spirito battagliero

E' la difesa il punto di forza della Juve? Cosa cambia con la difesa a tre o a quattro?
So che è un po' che non prendo gol e questo significa che abbiamo una grande fase difensiva. Aiuta avere singoli difensori affidabili, ma quando prendi pochi gol è perché tutta la squadra lavora per difendere bene. Il modulo qualcosa fa cambiare, quando giochiamo a quattro sono più coinvolto coi piedi.

Serve calma o follia contro il Bayern?
Servono tutti gli elementi. La calma soprattutto, ma per gettare il cuore oltre l'ostacolo bisognerà avere coraggio e un pizzico di follia

Senza Champions e scudetto sarebbe una delusione?
Avremmo comunque vinto un trofeo, o forse due con la Coppa Italia. Bisogna dare il giusto peso a tutto e fare considerazioni ad ampio respiro. Dovessimo avere una sfida equilibrata col Bayern e arrivare punto a punto col Napoli, poi non vincere niente, beh, l'importante è restare competitivi su tutto. Ci sono gli avversari e può capitare che vincano altri

Il pareggio di Bologna vi preoccupa o è normale dopo 15 vittorie?
E' chiaro che quando si è abituati a vincere non si vorrebbe mai smettere. Squadre che vincono all'infinito non ne ho mai viste, è il bello del calcio e dello sport che ogni volta si parte da 0-0. Devi sempre trovare la forza per vincere ed è normale che a volte non accade. Ora abbiamo una opportunità ancora più stimolante per tornare a vincere contro grandi campioni

Che partita ti aspetti e chi temi nel Bayern?
"Mi aspetto una sfida complicata, rispettiamo molto i bavaresi e sappiamo che sono fortissimi. Non hanno punti deboli, ma anche noi siamo una squadra in crescita che in questo percorso di quattro-cinque anni ha trovato un consolidamento europeo. Siamo più consapevoli della nostra forza e di quella del Bayern rispetto a tre anni fa. Quella volta pensavamo fossero forti, ma forse non avevamo idea del reale livello".

Neuer è il più forte tra i tanti portieri che hai visto?
Dipende tanto dai momenti storici, nella mia carriera ho visto tanti portieri fortissimi. Neuer gioca in un modo spregiudicato e per come gioca la squadra è una colonna portante che dà una grossa mano

"Rispetto all'ultima sfida contro il Bayern è cambiato il nostro percorso, ci siamo consolidati e abbiamo più certezze a livello europeo. Non è una cosa da sottovalutare. Loro invece sono la stessa squadra che detta legge da cinque anni in Germania ed è favorita per vincere la Champions, sono molto forti - ha dichiarato il capitano della Juventus a Premium Sport -. Quando giochi con squadre più forti è sempre meglio giocare la sfida secca perché diminuisci la possibilità che la differenza si senta. Andata e ritorno è un lasso di tempo maggiore in cui potranno emergere meglio le potenzialità delle squadre, dovremo essere intelligenti a sapere che la partita durerà 180 minuti. Dovremo cercare di far sì che nella gara di ritorno ci siano ancora possibilità di passare il turno. Vale come una semifinale questa partita". Su Vidal: "Sarà un piacere ritrovarlo di fronte, ci ha aiutato a scrivere pagine importanti nella storia bianconera. Anche Coman si è fatto apprezzare quando è stato qui".



mercoledì 17 febbraio 2016

Cavani, la Juve si muove in anticipo

Pronto un quadriennale da 7 milioni di euro per strapparlo al Psg

Cavani, la Juve si muove in anticipo

Nel mirino di Beppe Marotta c'è Edinson Cavani. Negli ultimi giorni l'ad della Juve è praticamente uscito allo scoperto: "E' un ottimo giocatore, ma è del Psg...". A giugno, però, El Matador potrebbe diventare bianconero. Già a gennaio c'è stato un inizio di trattativa, ma i 20 milioni di euro più il cartellino di Mandzukic messi sul piatto dalla Vecchia Signora non hanno ingolosito i parigini. Fra cinque mesi gli scenari potrebbero cambiare. 

La Juventus si sta muovendo con largo anticipo per battere la concorrenza delle big inglesi, dal Chelsea all'Arsenal che a disponibilità economica sono più potenti. Il grande ostacolo è l'ingaggio dell'ex Napoli che guadagna 8 milioni di euro netti fino al 2018. Agnelli è pronto a convincerlo, invece, con un quadriennale da 7 milioni. L'uruguaiano gradisce il ritorno in Italia e quindi l'affare è possibile. Il Psg è disposto ad ascoltare le varie offerte perché il presidente Al-Khelaifi ha in mente una vera e propria rivoluzione in estate.

Molto dipenderà anche dal destino di Morata legato al Real Madrid dal diritto di recompra. Con Dybala incedibile potrebbe essere proprio lo spagnolo a far spazio a Cavani.

Inter, la ricetta di Moratti: Via complessi e paure, ma serve tranquillità

"Escludo di tornare alla presidenza, bisogna guardare al futuro"

Inter, la ricetta di Moratti: "Via complessi e paure, ma serve tranquillità"

Massimo Moratti ha dato il suo consiglio all'Inter per usicre dalla crisi. "Ci vuole una responsabilità forte, liberarsi di complessi e paure, ricominciare da capo con la leggerezza di chi sa essere un buon professionista. C'è troppa tensione, mancanza di fiducia in se stessi. Mancini avrà le idee giuste per rimettere la squadra in piedi, importante che è si senta tranquillo anche lui per poter svolgere il suo lavoro", ha detto l'ex presidente alla Rai.

"Bisogna diventare molto pratici e le partite si giocano fino alla fine", ha aggiunto. Sulle voci di un suo ritorno in società: "Tornare a guidare l'Inter? Penso di poterlo escludere, non voglio creare situazioni scomode alla attuale proprietà. Come tifoso sono sempre vicino. Se mi chiedono di tornare a gestire la squadra? Ma non è un lavoro, non la potrei vedere come tale. Non potrei farlo per conto di un altro, bisogna guardare al futuro e a persone che faranno tutto il necessario per il bene dell'Inter".

Argentina, giocatore espulso torna in campo e spara all'arbitro

Gesto folle a Cordoba del 36enne Juan Marcelo Barrionuevo: il direttore di gara è morto qualche ora dopo

Argentina, giocatore espulso torna in campo e spara all'arbitro

Folle reazione in campo a Cordoba, in Argentina, durante Los Bohemios-Los Diablos Rojos. Dopo essere stato espulso, il 36enne Juan Marcelo Barrionuevo è tornaro negli spogliatoi, ha preso una pistola e una volta rientrato sul terreno di gioco ha aperto il fuoco contro l'arbitro e un avversario. A causa delle ferite, il direttore di gara è morto qualche ora dopo in ospedale. Fuggito dopo l'aggressione, l'omicida è ancora ricercato. 

Tutto è successo in pochi istanti al Campo de la Ribera, tra due quartieri ad est della città di Cordoba. Prima il cartellino rosso, poi l'incredibile reazione e i colpi di pistola. Centrato alla testa, al collo e al torace, l'arbitro Cesar Flores (48 anni) è stato immediatamente soccorso dai presenti e trasportato d'urgenza in ospedale, ma non ce l'ha fatta. Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine, che hanno subito iniziato a dare la caccia a Barrionuevo, in passato già finito nel mirino della polizia per reati legati al traffico di droga. Al momento il 36enne risulta ancora in fuga. Nella sparatoria è rimasto ferito anche un altro giocatore, il 25enne Walter Zarate. Fortunatamente però i proiettili non hanno colpito organi vitali e il giovane non è in pericolo di vita..

Barcellona, petizione dei tifosi: Fate segnare Mascherano

L'argentino non ha ancora segnato in 157 partite: "Messi, lasciagli un calcio di rigore"

Barcellona, petizione dei tifosi: "Fate segnare Mascherano"

Javier Mascherano è la pecora nera del Barcellona. Intendiamoci, è un baluardo difensivo fondamentale per il gioco blaugrana ma, proprio per questo, non si vede quasi mai dalle parti dell'area avversaria. Dal 2010, l'argentino ha giocato 157 partite con il Barça senza segnare. Ma i tifosi non ci stanno, per questo hanno creato una petizione: "Messi, lascia tirare a Javier un calcio di rigore. Si merita un gol!".

Nel testo della petizione, che aveva come obiettivo 2.500 firme (già superate), si ricorda: "Mascherano non è tenuto veramente in considerazione, ha fatto così tanto per la squadra ma, siccome oggi si valuta tutto con le statistiche e i numeri, si merita di segnare un gol con il Barça. Il modo più semplice è lasciargli tirare un calcio di rigore e per questo chiediamo a Messi che gliene lasci uno". Ora la palla passa alla Pulce, riuscirà Mascherano a colmare la casella vuota alla voce "gol"?

martedì 16 febbraio 2016

Barcellona, il rigore a due Messi-Suarez un omaggio a Cruijff

I precedenti in Belgio e Olanda. Ma il destinatario del passaggio doveva essere Neymar

Barcellona, il rigore a due Messi-Suarez un omaggio a Cruijff

Il calcio di rigore indiretto confezionato da Messi e Suarez non è una novità nel panorama calcistico, sebbene non sia certamente usuale vedere battere un tiro dal dischetto con un passaggio verso un compagno. La critica, il giorno dopo, si divide: c'è chi celebra il genio degli attaccanti del Barcellona e chi li critica, bollandoli come spocchiosi e irrispettosi.

I PRECEDENTI

In principio fu Rik Coppens. Era il 1957 e il belga mise in scena il rigore di seconda in un match contro l'Islanda: tocco per il compagno, passaggio di ritorno a chiudere il triangolo e gol. Nel dicembre 1982 lo ripropose un genio del calcio: Johann Cruijff, con la maglia dell'Ajax (contro l'Helmond), combinò in area con il compagno Olsen, depositando il pallone in rete. Più sfortunato il tentativo ai tempi dell'Arsenal di Henry e Pires: l'esterno si presentò sul dischetto ma al momento di spostare la palla alla sua sinistra verso l'attaccante tentennò, sfiorandola e basta. Attimi di empasse prima che la difesa del City liberasse senza problemi.

LE REAZIONI: DEDICA A CRUIJFF

E proprio a Cruijff, come riportano i quotidiani spagnoli, è dedicato il rigore calciato da Messi: due giorni fa, infatti, l'ex campione di Barcellona e Ajax ha annunciato i propri miglioramenti nella lotta contro il cancro. Mundo Deportivo, quotidiano catalano, definisce "Geniale" la trovata di Messi, mentre per Sport è "Show totale".

I giocatori e il tecnico del Celta non si scandalizzano. Cabral spiega: "Non siamo infastiditi per come è stato tirato il rigore, possono fare la giocata che vogliono. Noi dovevamo stare più attenti e non permettere a loro di segnare". L'allenatore Berrizzo: "È stato solo un rigore calciato in maniera differente".

NEYMAR: "DOVEVA ESSERE PER ME, MA SUAREZ..."

C'è però chi è scontento, per quanto sia possibile dopo una vittoria per 6-1. Si tratta di Neymar, il quale - con il sorriso sulle labbra in realtà - ha spiegato a Barça Tv che il passaggio di Messi doveva essere per lui: "Lo avevamo provato in allenamento, Leo la doveva toccare per me. Ma Suarez era più vicino e mi ha anticipato". Messi ha rinunciato a segnare il gol numero 300 nella Liga pur di far tornare al gol Neymar, a secco da un mese, ma Suarez ha siglato così la sua tripletta, staccando Ronaldo (23 a 21). Neymar si è rifatto poco dopo, siglando il 6-1.

COSA DICE IL REGOLAMENTO

Il rigore calciato da Messi, però, da regolamento, sarebbe stato da ripetere. Non perché questa giocate non sia consentita: l'argentino ha mosso regolarmente il pallone in avanti, come contemplato dal regolamento. Suarez, però, al momento del tocco di Messi, aveva già i piedi sulla linea dell'area di rigore. Per questo l'arbitro avrebbe dovuto fischiare. 

Magath, proposta shock: Zero punti a chi fa 0-0

L’ex allenatore di Bayern e Wolfsburg: "Ne guadagnerebbe lo spettacolo"

Magath, proposta shock: "Zero punti a chi fa 0-0"

Il risultato perfetto non avrebbe alcun valore e 16 partite di Serie A sarebbero state completamente inutili. E d'altronde non è Italia-Germania 4-3 la partita per eccellenza? Veniamo al punto:Felix Magath, storico giocatore tedesco conosciuto dalle nostre parti soprattutto per il gol segnato alla Juve nell'1-0 della finale di Coppa Campioni vinta dall'Amburgo nel 1983 ad Atene, si è svegliato questa mattina con un'idea che, non dovesse avere fortuna, farà in ogni caso parlare i calciofili di tutto il mondo. Abolire gli 0-0? Macché, troppo facile. Piuttosto punirli. Come? Per dirla come Mourinho zeru a zeru, zeru punti. Che meraviglia.

Una cosa che detta così fa anche un po' sorridere ma che in fondo, qualche senso, lo ha pure. Presente quella cosa del "primo non prenderle"? Ecco, meglio rivederla. Primo segnare, perché altrimenti di punti non se ne fanno. E allora, per farci i conti in casa, i nostri 16 pareggi a reti bianche - ovviamente anche questa definizione sarebbe da abolire. Buttiamo lì un reti bianche, allarme rosso - ridisegnerebbero la classifica di Serie A azzerando l'attesa della scorsa settimana per Juve-Napoli. Perché? Perché la Juve, un solo 0-0 all'ottava giornata contro l'Inter, il sorpasso agli azzurri lo avrebbe infilato qualche giorno fa e sarebbe, oggi, a 56 punti, uno in meno dell'attuale classifica ma tre in più della banda di Sarri che, complici tre 0-0, se ne starebbe a quota 53 punti. 

Dietro, per la verità, cambierebbe pochino. Punto più, punto meno, le posizioni sarebbero identiche fino al Sassuolo, che sorpasserebbe la Lazio - squadraccia, nel Magath-pensiero, con i suoi tre 0-0 - e al Palermo, che guadagnerebbe posizioni ai danni diAtalanta (quattro 0-0) e Udinese. In coda la Samp sorpasserebbe ilGenoa allontanando la zona retrocessione anche se, c'è da giurarci, Montella oggi firmerebbe per qualche pareggino in più. La questione, ovviamente, cambierebbe a fine stagione quando i pareggi-salvezza diventano scontati e gli 0-0 si sprecano. In fondo al barattolo di un'idea avventurosa c'è insomma un senso da grattare via. Anche se, a ben pensarci, tra la partita perfetta di Frossi e Brera e Italia-Germania 4-3 c'è la via di mezzo in cui il pallone, in un mare di difetti, naviga da sempre sereno. 



Palermo: è ufficiale il ritorno di Iachini

Lettera di Zamparini: "Chiedo perdono per questo mese di caos"

Palermo: è ufficiale il ritorno di Iachini. "Ora uniti e compatti"

Il Palermo ufficializza il ritorno in panchina di Beppe Iachini. Una situazione paradossale quella dei siciliani, con il sesto cambio e il ritorno del tecnico della promozione in A. Sul sito dei siciliani,Maurizio Zamparini ha fatto mea culpa, chiedendo scusa ai tifosi: "Chiedo perdono per questo mese di caos, che eventi paradossali hanno provocato, con l'auto allontanamento di Ballardini e Schelotto: spero che non tutti i mali vengano per nuocere".

Pace fatta tra Zamparini e Iachini: "A seguito del comunicato ufficiale del suo reintegro, desidero ringraziare per la sua massima disponibilità Beppe Iachini, che ritorna sulla panchina in un difficile momento per la squadra. Sono certo che con la sua grinta e il suo lavoro farà uscire la Società da questa crisi di risultati, con lo stesso spirito che ci ha portato dalla serie B alla serie A. Mantenere la categoria sarà come un'altra promozione. Forza Beppe e in bocca al lupo!". 


E' il sesto cambio: dopo Iachini (fino alla 12ª giornata), Ballardini(fino alla 19ª), Viviani (alla 20ª, in rappresentanza di Schelotto),Giovanni Tedesco (fino alla 24ª, sempre in rappresentanza dell'argentino) e Giovanni Bosi, tornato in Primavera.

IACHINI: "TORNO CON ENTUSIASMO"

"Voglio ringraziare il presidente Zamparini per le belle parole che ha speso oggi nei miei confronti e di quelli del mio staff. Torno a Palermo con grande entusiasmo per il bene della società, della squadra e della tifoseria". Parole di Beppe Iachini, richiamato sulla panchina lasciata tre mesi fa. "Adesso - ha proseguito l'allenatore di Ascoli Piceno in una lettera pubblicata sul sito ufficiale del club siciliano - è necessario restare uniti e compatti, lavorare sodo giorno dopo giorno, con la voglia di conquistare prima possibile l'obiettivo della salvezza. Insieme possiamo riuscirci! Forza Palermo sempre".

Roma, il gol al Barça di Florenzi in un videogioco

La rete più bella della fase a gironi di Champions riprodotta da 8bitFootball

Roma, il gol al Barça di Florenzi in un videogioco

Il gol realizzato da Alessandro Florenzi contro il Barcellona, finalista al Puskas Awards e premiato come goal più bello della fase a gironi della Champions League 2015-2016, entra a far parte di un videogioco. La 8bitFootball, in collaborazione con la Onefootball, ha riprodotto la splendida rete realizzata ai campioni d'Europa nel match dell'Olimpico terminato 1-1. Il commento è del telecronistafazioso di Premium Sport Carlo Zampa.

Inter: Eder e Icardi, così non va

L'argentino non ha continuità e l'ex Samp non si è ancora ambientato

Inter: Eder e Icardi, così non va

Questo inizio 2016 è davvero maledetto per l'Inter. Una crisi senza fine con soli 9 punti nelle ultime 8 gare. Filtrano rabbia e frustrazione: al di là delle proteste e al di là del silenzio stampa, c'è da sottolineare il momento difficile dei nerazzurri. I reparti non dialogano più tra loro. La difesa concede molto: cinque i gol di testa subiti in 4 gare. Fino a quel momento erano stati 0. Disattenzioni fatali che stanno facendo crollare in classifica l'Inter, capace di restare in vetta per diverse settimane. A centrocampo si salva solo Brozovic, anche se il croato pecca di continuità. E poi c'è l'attacco. Forse il vero problema di Roberto Mancini. Palacio a parte, che corre ovunque, torna in difesa e sforna assist, c'è da analizzare l'involuzione di Eder, sbarcato alla Pinetina nel mercato di gennaio. L'ex giocatore della Sampdoria non è ancora entrato nei meccanismi di gioco dell'Inter e fatica a trovare l'intesa con Icardi, un altro di quei calciatori che non sta rendendo come nella passata stagione. 

Il compito del tecnico nerazzurro è trovare subito una soluzione. Non solo perché questa squadra non può allontanarsi troppo dal terzo posto, distante 4 punti, ma non può nemmeno perdere la quinta posizione. Qualificarsi a una competizione europea è di vitale importanza. Potrebbe essere il vero punto di partenza dell'Inter. Ma perché questo accada serve una difesa perfetta, come quella di inizio stagione che concedeva davvero poco. E servono i gol di Icardi. L'argentino appare isolato lì davanti e in fase di non possesso non aiuta i compagni di squadra. O si cambia o si crolla definitivamente.

LE STATISTICHE

Nelle prime sei gare di andata l'Inter aveva subito cinque gol, mantenendo la porta inviolata quattro volte. Ma nel girone di ritorno 10 gol concessi e un solo clean sheet
Quello di Brozovic è stato il suo primo gol da titolare in questo campionato, sui tre totali
L'Inter ha segnato con l’unico tiro nello specchio, nel momento in cui la Fiorentina ne aveva già effettuati tre
Dopo che non aveva mai subito gol di testa l'Inter ne ha concessi cinque nelle ultime quattro partite
Otto cartellini rossi per l'Inter in questo campionato: solo l'Atalanta(11) ha ricevuto più espulsioni