mercoledì 16 dicembre 2015

Mourinho sconfitto e tradito: il rumore dei nemici tutto interno alla sua squadra

Sabato la sfida salvezza con Sunderland può essere decisiva

Mourinho sconfitto e tradito: il rumore dei nemici tutto interno alla sua squadra

"Credo che per lui sia una situazione talmente nuova che sarà difficile anche capire quali sono le cose da fare per uscirne". Quel "Lui" è Mourinho e a parlare così è Massimo Moratti: parole - pronunciate da chi conosce il portoghese meglio di chiunque altro - che fotografano la situazione dello Special One nel modo migliore possibile. Il Chelsea sempre più giù, sempre più in fondo alla classifica. La squadra sempre più priva di nerbo, costrutto, raziocinio e convinzione. Mou sempre più deluso, abbattuto, nervoso. E soprattutto, sospettoso. Con "il rumore dei nemici" che, parole sue, sembra arrivare direttamente da dentro "casa". 

"Tradito" si è detto infatti il portoghese dopo il ko contro il Leicester. Tradito nella sua filosofia di lavoro dai suoi uomini: durissimo, insomma, come forse non lo era mai stato, come neanche dopo quell'Atalanta-Inter 3-1 del 19 gennaio 2009 in cui negli spogliatoi dello stadio Azzurri d'Italia mise al muro i suoi ragazzi. Allora, è cronaca, ottenne una reazione di carattere, reazione forte e positiva. Ma allora, quell'Inter, era una squadra in salute che lottava per lo scudetto e lo avrebbe poi vinto. Adesso, invece, questo Chelsea è una squadra che pare logora, dimessa, stanca e demotivato: una squadra che, non a caso, danza sull'orlo della zona retrocessione. Nelle ultime sei partite di Premier ha messo assieme la miseria di 4 punti, ha battuto solo il Norwich, ha incassato sette gol e ne ha segnati solo tre: in classifica ha 15 punti, dietro solo quattro team, Swansea e Norwich a quota 14, Sunderland a quota 12 e Aston Villa fermo a 6.

Troppo vicina dunque la linea di galleggiamento per non fare paura, con la sfida di sabato contro il Sunderland da considerarsi un vero e proprio scontro salvezza. Una sorta di dentro o fuori da non fallire perché allora anche gli appelli accorati e un po' ruffiani ad Abramovich potrebbero non bastare più a garantirgli la permanenza in panchina.

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